
Milano è giustamente nota per i suoi grandi musei ma se è vero che il
vino buono sta nelle botti piccole, allora forse vale la pena dare un'occhiata
anche a strutture più raccolte, ma che non hanno nulla da invidiare ai loro
parenti più famosi. Un esempio perfetto di questo è il circuito delle case
museo, una rete museale che mette insieme quattro collezioni ospitate in
quattro diverse case del centro, lasciti di quattro grandi famiglie che hanno
attraversato gli ultimi due secoli della nostra storia - i nobili Gian Giacomo
Poldi Pezzoli e i fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi nell’Ottocento,
i coniugi Boschi di Stefano e gli industriali Necchi Campiglio nel Novecento -
accomunate dall'amore per il bello e dall'amore per la loro città, la nostra
Milano.
Il
circuito è formato dal Museo Bagatti Valsecchi, da Casa Boschi di Stefano, da
Villa Necchi Campiglio e dal Museo Poldi Pezzoli: a me fa piacere presentarveli
cominciando da quello che forse è il meno conosciuto, ovvero il Museo Bagatti
Valsecchi, che si trova in pieno quadrilatero della moda, in via del Gesù al 5.

Alla
fine dell'Ottocento, i due fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi
decisero di ristrutturare la casa di famiglia, uno splendido palazzo tra via
del Gesù e via Santo Spirito, ma invece che affidare i lavori a qualche
architetto di grido, decisero di gestire tutto da soli, con l'idea di creare
una casa totalmente ispirata alle dimore del Rinascimento lombardo. Il loro
progetto, in un periodo dominato dall'eclettismo, era di ricreare perfettamente
un'ambientazione quattro-cinquecentesca: per questo cominciarono anche a
raccogliere oggetti d'arte del periodo, in modo che l'atmosfera della casa
fosse una perfetta ricostruzione dei tempi che furono. Il loro obiettivo era di
creare un insieme armonico, dove le sale destinate a contenere la collezione
dei dipinti e degli oggetti fossero coerenti con il loro contenuto: così oggi
possiamo trovare dipinti di maestri come Giovanni Bellini o il Giampietrino,
maioliche, vetrate, avori, oreficerie, armi e armature proprio negli ambienti
per i quali erano state pensate. La casa era naturalmente abitata, ed ancora
oggi è divisa tra gli appartamenti privati dei due fratelli, i cui allestimenti
mostrano molto chiaramente i loro diversi gusti, e le parti comuni, dove il
loro progetto si può ammirare al massimo del suo splendore.
Alla
morte dei due la casa continuò ad essere abitata dai loro eredi, fino a quando
nel 1974 un loro discendente decise di creare la Fondazione Bagatti Valsecchi,
alla quale donò il patrimonio delle opere d’arte raccolto nella casa.
Contemporaneamente, il Palazzo fu donato alla Regione Lombardia, con la
clausola che gli allestimenti storici del piano nobile fossero conservati nella
loro integrità: vent’anni dopo, nel 1994, nasceva ufficialmente il Museo
Bagatti Valsecchi.

Oggi
la visita a questa casa museo è quanto di più sorprendente possiate pensare:
sembra di entrare in un luogo ancora abitato, vissuto, che trasmette in modo
vibrante la passione di questi due fratelli originali e ostinati. Io vi
consiglio, se riuscite, di approfittare delle visite teatralizzate che il museo
offre: si tratta di un tour della casa guidati da due attori che impersonano Fausto
Bagatti Valsecchi e la sua portinaia, che tra battute e intermezzi riescono a
raccontare in modo perfetto non solo l'architettura e le collezioni della casa,
ma anche la storia della famiglia. Gli attori sono bravissimi e all'uscita dal
museo vi sembrerà di essere appena tornati da uno splendido viaggio nel tempo!
Museo Bagatti Valsecchi
Via Gesù, 5
Tel: 0276006132
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