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Niko Romito, tre stelle Michelin per un progetto che funziona
DI: Veruska Anconitano |20 giu 2014


Terza stella Michelin: come ha vissuto questo riconoscimento e cosa si aspetta dal futuro?
La terza stella Michelin è stata la realizzazione di un sogno, una grande emozione. Un risultato meraviglioso che ci ripagati delle scelte e del lavoro fatti in questi anni. Ma per me, mia sorella Cristiana e tutta la nostra squadra, la terza stella Michelin ha rappresentato un punto di partenza e non d’arrivo. Da quel 5 novembre 2013, il ristorante Reale|Casadonna è stato catapultato su un panorama internazionale. Ma noi siamo rimasti con i piedi per terra e stiamo continuando a lavorare senza perdere di vista i nostri principi, lo studio in cucina, il lavoro sugli ingredienti e sulle materie prime e, soprattutto, senza dimenticare l'importanza della ricerca e dei progetti formativi come la Niko Romito Formazione e Spazio e di cultura gastronomica come Unforketable.Cosa rappresenta per lei il cibo?
Il cibo è la mia vita, tutto quello che faccio ruota intorno al cibo. Il cibo rappresenta il mio territorio, la mia terra, i produttori con i quali collaboro, un risorsa preziosa che costituisce un importante motore di sviluppo per la nostra economia.Cos'è e come è nato il progetto Unforketable?
Unforketable è la cucina italiana vista da me nelle nostre case. Il progetto, nato in partnership con Pasta Garofalo, è una enciclopedia video del gusto italiano con ricette rivisitate da me. L’idea è nata proprio per promuovere, raccontare e spiegare la cucina italiana soprattutto all’estero. Tutte le video ricette di Unforketable (scaricabili anche in inglese) che vedono in primo piano le mani e la materia, sono acquistabili sul sito www.unforketable.com. Un corso di cucina portatile per chiunque, basta un nome utente e una password per entrare e guardarsi i video acquistati.
Qual è il segreto del successo nel mondo del food?
Quello del food è un mondo meraviglioso, affascinante, ma anche molto complesso. Per fare successo sono necessari, tanto studio, ricerca, cultura, ore di lavoro e soprattutto consapevolezza che chi sceglie il mestiere del cuoco debba fare molto rinunce.E il segreto del suo successo? Ce lo svela? Cos’ha di diverso il Suo modo di cucinare?
Gli stessi che ho citato prima. Studio, ricerca, lavoro di squadra, condivisione, capacità di integrarsi in territori differenti e umiltà. In questo lavoro non si è mai arrivati. il mio percorso è differente rispetto ai miei colleghi. Io sono un autodidatta e ho cominciato a fare il cuoco molto tardi rispetto alla media. Il mio modo di cucinare è differente dagli altri perchè ho trovato un’identità tutta mia, anche se sono aperto a tutte le contaminazioni, mi piace farmi influenzare senza farmi condizionare. Ho ancora tante idee e tanti progetti da sviluppare, adoro sognare, ma con la giusta dose di pragmatismo.E' ormai conosciuto ovunque nel mondo, quale tra le creazioni che ha ideato Le ha dato maggiori soddisfazioni?
Non c’è una creazione in assoluto che mi ha dato più soddisfazioni rispetto ad altre, ma è tutto il mio progetto culinario che nel tempo ha portato alla realizzazione di piatti straordinari. Non è il singolo piatto che fa grande un ristorante ma è l’intero progetto.
Cosa bisogna fare per esportare la vera cucina italiana all'estero?
Purtroppo molto spesso all’estero si trovano i classici 4, 5 piatti della nostra tradizione, spesso distorti, e basta. Il brand Italy non si vende da solo, è necessario che i prodotti siano di alta qualità e soprattutto è fondamentale saperlo comunicare e divulgare in maniera corretta. La responsabilità di questa mancata operazione di marketing è un pò di tutti, a partire dalle istituzioni che insieme agli operatori economici dovrebbero fare sistema per rilanciare il made in Italy che comprende anche moda, arte e design.Cibo, televisione e marketing: cosa pensa di tutti questi chef mediatici lei che è tradizionalmente associato in tutto il mondo ad un modo di fare cucina tradizionale e genuino?
La televisione senza dubbio ha dato vita ad un fenomeno mediatico sulla cucina e sulla figura degli chef molto forte. Ma quelli che vediamo in tv, sono degli show, la vita in cucina è tutt’altro, è fatica, ricerca e rinuncia.
Ci consiglia tre locali dove andrebbe a mangiare in Italia, esclusi i suoi?
Un’osteria di grande qualità, un grande ristorante di alta cucina e una eccellente pizzeria. Tre modi diversi di fare ristorazione ma che hanno in comune la qualità.Tre consigli da dare agli aspiranti chef?
Tanto studio, capacità di fare squadra e umiltà. DI: