
Nascosti, dimenticati o
semplicemente abbandonati. Da una parte l'infondata convinzione di conoscere
ogni singolo centimetro della nostra città, dall'altro la reale presa di
coscienza dell'esatto contrario. Non si finisce mai di scoprire e, aggiungerei,
per fortuna. Grande sostenitrice della 'meraviglia a due passi da casa', ho
deciso di lottare contro la distrazione quotidiana, quella che trasforma in
automa e chiude gli occhi, e di dedicare a Bari quella curiosità che
solitamente riservo al nuovo, al lontano. Un campo di prigionia, una piazza,
una chiesa circondata da ulivi: ecco le mie ultime scoperte.

Campo di prigionia di Torre Tresca
Nasce come campo di prigionia
nelle settimane successive all'armistizio, per poi diventare prima campo di
transito per molti ebrei diretti in Palestina, poi 'Villaggio dei Profughi' per
centinaia di famiglie ed ex internati. Ci troviamo a pochi passi dal quartiere
Poggiofranco, tra la tangenziale, il Canalone e un breve tratto di strada Torre
Tresca, in una zona ricca di ipogei ed insediamenti rupestri. Il campo fu
abitato per tutti gli anni '50 e i primi anni '60, fino alla realizzazione del
Quartiere San Paolo, in cui vennero trasferiti gli ultimi residenti; i
fabbricati superstiti furono dismessi all'avvio dei lavori per la tangenziale
tra fine anni '60 e inizio anni '70.
Ad oggi, ecco cosa resta della storia
di questo prezioso luogo della memoria e delle migliaia di costruzioni in legno
che lo affollavano: un muro (ribattezzato 'muro del pianto') costituito da
grossi blocchi squadrati di tufo e nascosto in un campo di ulivi e, a 200
metri, una piccola chiesa. Il tutto nella dimenticanza e nell'abbandono più
totale.
Strada Santa Maria del Buon Consiglio
Ci sono arrivata casualmente un
pomeriggio di luglio, alle 15, con quasi 40° e un kg di focaccia nello stomaco.
Cercavo semplicemente un buon caffè nei 'meandri' di Barivecchia, ed ecco cosa
ho trovato, una delle piazze più belle di Bari. La bellezza è resa dai resti di
un'antica chiesa a tre navate, da una luce pazzesca e da un silenzio surreale
(la mattina è invece il momento ideale per socializzare con la “popolazione
locale”). Della chiesa, di epoca medievale, si conservano le colonne e piccoli
lembi di mosaici realizzati con tasselli di marmo e blocchetti di calcare. Ci
si arriva percorrendo tutta Via Venezia (la Muraglia) fino ad arrivare a Strada
Santa Scolastica e al Vico Forno Santa Scolastica.
Madonna delle Grazie
Una piccolissima chiesa di
campagna, nascosta tra gli ulivi all'altezza di Valenzano; ci si arriva
percorrendo Via Fanelli, fino a raggiungere Via delle Grazie, per poi trovarla
alle spalle di un gruppo di ville. Amore a prima vista. Intorno il nulla,
all'interno solo il quadro della Madonna col fringuello.
Lì davanti puoi solo pensare che
senza la casuale 'soffiata' forse (per non dire sicuramente) non l'avresti mai
vista, lo sguardo si sarebbe fermato alla campagna e sì, sarebbe stato davvero
un gran peccato.
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