
Prima di
addentrarci nei meandri del luoghi cult preferiti dal tamarro
torinese, sarebbe meglio descrivere il protagonista di questo pezzo
con poche, semplici parole e rispondere alla domanda: ma insomma,
questo tamarro chi è?
Gli autoctoni (i
pochi effettivamente piemontesi puri, e in sei anni ne ho conosciuti
circa sei, e basta) sono concordi nel dire che il tamarro torinese è
un expat di seconda (o terza) generazione, che ha una famiglia del
Sud trasferitasi al Nord ai tempi della Fiat e che ha colonizzato i
quartieri popolari. Essendo però il tamarro nato e cresciuto a
Torino, non ritroverete in lui i caratteri tipici del ragazzo tamarro
del Sud (che, fino a prova contraria, indossa lo smanicato/piumino
anche il 15 di agosto, soprattutto se deve andare sulle giostre) ma
un sapiente mix delle due terre.
Insomma, qui vi
diranno che i tamarri parlano sempre urlando “Minchia oh!” e non
possiamo dargli torto. Sono tutti vittime di un’inflessione che
tradisce la genealogia di famiglia ma anche la propensione al trash,
che, insomma, è insita nel loro animo. Se questo fosse un audio
post, vi imiterei una tipica frase del torinese tamarro, perché
essendo io un'expat (e di prima generazione! Con tutte le –b e le
–t del caso) mi riesce benissimo e vi direi “Minchia tipa che
carrozzeria da paiura!”, ma questo non è (purtroppo) un audio
post e vi dovete accontentare dell’elenco dei posti più
frequentati dal tamarro e del suo identikit.

Innanzitutto, il
tamarro lo riconoscete (universalmente) non solo da quello che dice,
ma anche dalla sua macchina, che di solito fa un rumore disumano e
sprizza delle strane luci blu da ogni suo poro. Così come in ogni
paese del mondo, non importa che sia di Torino o di Lamezia Terme, il
tamarro ascolta la musica a volumi immondi e ha sempre un braccio
fuori dal finestrino.
La musica – che
poi ricerca sempre nelle sue serate in discoteca – è senz’altro
la tecno, che si balla come si avessero decine di scarafaggi dentro
la maglietta e non si sapesse come scacciarli.
Ma dove va il
tamarro di Torino per sollazzarsi? Ecco un piccolo itinerario di posti caldi dove potrete osservare la fauna della città all’opera:
1) Il monumento ai caduti di Piazza Castello
Luogo di culto per gli skater, dunque covo anche di frikketoni e alternusi (come li chiamano gli autoctoni), il Monumento ai caduti dietro Piazza Castello raccoglie in effetti una folta schiera di tamarri e tamarre soprattutto in età puberale, che, scosciate (le ragazze) e dotati di cappellino opportunamente accoppato sulla visiera e di jeans il cui cavallo tocca terra (i ragazzi), si divertono a non fare assolutamente nulla, seduti sui gradini del monumento
2) Il Mc Donalds di Piazza Castello
Sotto i portici di Piazza Castello i tamarri vanno a rifocillarsi o semplicemente a specchiarsi nelle vetrine del MC Donald’s, che, per sua posizione strategica, raccoglie dagli studenti ai turisti con nonchalance. Più che dentro al locale, li vedrete fuori, seduti sulle vetrine, appunto, che ascoltano musica, chiacchierano, o semplicemente, litigano tra di loro. I catfight tra ragazzine sono all’ordine del giorno!

3) Le discoteche “giuste”
Non essendo un’assidua frequentatrice di discoteche tamarre, ma neanche di discoteche fighette, mi sono fatta fare un elenco non esaustivo dei posti più frequentati dai tamarri, soprattutto nella bella stagione.
Il Life: nel cuore del Parco del Valentino, questa discoteca pare raccolga i migliori tamarri della città.
Se la contende con il Millionaire, che ha cambiato almeno cinque volte in sei anni, che al venerdì sera accoglie in fila i ragazzini in tenuta da rimorchio già alle 23.30. E poi in estate ci sono le grandi discoteche all’aperto come Il Cacao, che si accendono d’estate ma hanno un pubblico decisamente eterogeneo (e se sei vestito male non ti fanno entrare), oppure i luoghi cult delle serate studentesche come il Supermarket, dove una volta – l’unica in cui vi ho messo piede – si esibiva il dio del cubo, ovvero Tury MegaZeppa.

4) Le Gru
Ogni centro commerciale che si rispetti ha il suo cuore nei tamarri del quartiere che si ritrovano nei suoi corridoi per trascorrere la noiosissima domenica. Il centro commerciale più “tamarro”, in questo senso, è senz’altro lo Shopville Le Gru, a Grugliasco, che non conosce estate o inverno ed è sempre pienissimo, perché oltre a offrire lo shopping propone anche altro. Il tamarro che va alle Gru intende questo luogo come il posto ideale per fare le “vasche”, su e giù per i piani, capatina al Mc Donald’s che non guasta mai ma soprattutto giretto all’Apple Store, dove si fa una partitina sull’ipad e trascorre l’intero pomeriggio a scrocco. Oppure lo trovate sui gradini (qualsiasi gradino, dentro, fuori, d’emergenza) ad accoppiarsi con la fidanzata (tamarra) di turno. Andare alle Gru il sabato pomeriggio o la domenica è un bell’esercizio antropologico che non dovreste perdervi per niente al mondo!
Ad uso e consumo del lettore, questo è un post volutamente ironico a cui manca sicuramente qualcosa: di cosa ci siamo dimenticati? E, soprattutto, cosa dobbiamo assolutamente includere in questa lista? Potete mandarci i vostri suggerimenti via Facebook e/o Twitter oppure, se avete materiale fotografico, mandate tutto all'indirizzo redazione@groupon.com... e non è detto che non verrà pubblicato!