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San Nicola, il 6 dicembre a Bari torna la tradizione

DI: Ornella Mirelli |26 nov 2014
San Nicola, il 6 dicembre a Bari torna la tradizione

Il 6 Dicembre per i baresi jé festa granne (è festa grande). Secondo il calendario liturgico, infatti, si festeggia San Nicola, patrono della città di Bari e protettore degli avvocati, degli artigiani, degli oppressi, dei prigionieri, dei marinai, dei naviganti, dei viaggiatori, delle ragazze da marito e soprattutto, per la sua bontà e carità,  protettore dei bambini.

Venerato nel mondo, San Nicola è patrono di numerose città, sia in Italia che all’estero; in Italia anzi è, fra tutti, il santo che ne protegge il maggior  numero. All’estero è tenuto in grandissima considerazione: è fra l’altro patrono della Russia e della Lorena, e protettore di Amsterdam.

Furono proprio i coloni olandesi ad esportarne il culto a New York, e poiché la vita del Santo, sempre attento alle necessità degli altri, lo caratterizzò come “il santo del dono”, nacque la leggenda di Santa Claus. Con un’efficace operazione di marketing legata ad una notissima bevanda americana, agli inizi del secolo scorso le figure di San Nicola e Santa Claus si sovrapposero, giungendo a identificare in tutto il mondo Babbo Natale come colui che nella notte del 24 Dicembre distribuisce doni ai bambini.

La tradizione di San Nicola, però, è molto sentita e si conserva intatta nei Paesi Bassi. Guai a confonderlo con la figura fiabesca! Ancor oggi, nella notte tra il 5 e 6 Dicembre, i bambini ricevono Speculaas* e cioccolatini con l’immagine del santo.

A Bari, invece, più che portare dolci ai bimbi San Nicola porterebbe il marito alle zitelle. Ma andiamo con ordine...

La festa del 6 dicembre comincia all’alba: alle 5 del mattino, nella Basilica dedicata al Santo, c’è la celebrazione della prima messa, la cosiddetta “messa delle vacantine” (le ragazze da marito), che avrebbe origine da una vicenda storica ben precisa. Lo storico Alfredo Giovine infatti, nel suo libro C’era una volta Bari, racconta che, circa 135 anni prima, "...per molti baresi avvenne un miracolo. Nella notte tra 5 e 6 dicembre Bari subì un violento terremoto che fortunatamente non provocò vittime. Le insignificanti conseguenze delle paurose scosse telluriche, limitate a scarse lesioni di qualche muro, furono attribuite all’intercessione di San Nicola, il che indusse i Baresi a riversarsi nella Basilica per ascoltare le parole del gran priore Pappalettere e dell’Arciprete mons. Pedicini, che esortavano i fedeli a ringraziare il Patrono per lo scampato pericolo".

Da questo evento avrebbe avuto origine la consuetudine di chiamare a raccolta, all’alba del 6 dicembre, tutta la cittadinanza barese al suono delle campane nella Basilica dedicata al Santo. Ma perché questa celebrazione di primo mattino viene chiamata a Bari “la messa delle vacantine”?

ll nome ha origine da un’antica usanza per la quale, dopo la messa dell’alba, le ragazze da marito (le vacandine)  e le “signorine antiche” (le zitelle più attempate), usavano fare tre giri intorno ad una certa colonna della cripta della basilica, per propiziarsi la possibilità di trovar marito.

Il collegamento fra San Nicola e le ragazze da marito deriva da un episodio della vita del Santo noto come il miracolo delle “Tre fanciulle”: San Nicola, avendo saputo che tre ragazze da marito non potevano sposarsi per mancanza di dote, e che per questo erano state destinate dal padre alla prostituzione, avrebbe gettato di notte nella loro finestra tre sacchetti colmi di monete d’oro in modo salvarle da questa triste sorte. I tre sacchetti fanno oggi parte della iconografia del Santo, che viene spesso mostrato con in mano un libro su cui sono posati i tre sacchetti sotto forma di tre sfere. Ecco perché a tutt’oggi l’usanza di recarsi alla messa dell’alba è molto sentita. Oltre ai fedeli, la chiesa è sempre gremita da ragazze a caccia di marito di ogni età e condizione sociale, che per celare la loro identità usano grandi occhiali da sole e lunghe sciarpe.

Alla messa fa seguito il rito della cioccolata calda con “rafaiòle” (savoiardi) anche se già di primo mattino tra i vicoli della città vecchia si spande il profumo del fritto. Sgagliozze (quadratini di polenta fritta) e popizze (frittelline di semplice pasta di pane) sono il cibo tradizionale del 6 dicembre per tutti i baresi veraci.

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