
Ogni luogo di culto che si
rispetti si fregia di una sua leggenda del tutto personale: lo abbiamo visto
con il Duomo, costruito per volere del diavolo,
e lo stesso vale per la chiesa di Sant’Ambrogio, consacrata appunto al patrono
della città.
Fuori da Sant’Ambrogio, in
particolare, c’è una colonna di epoca romana che ha due fori: secondo la
leggenda sarebbero stati fatti dalle corna del diavolo (sì, sempre lui, a
quanto pare aveva un debole per questa città).
Ora la tradizione non si accorda
sulle modalità precise, nel senso che pare ci sia stata una sorta di
colluttazione tra Sant’Ambrogio e il Diavolo (un vero scontro tra titani!) e
secondo alcune fonti il Diavolo ebbe la peggio perchè si prese un bel calcio
nel posteriore che lo spedì dritto dritto contro la colonna, mentre secondo
altre versioni Satana fece tutto da solo: presa una bella rincorsa a testa bassa
per incornare il santo, sbagliò la mira e si andò a schiantare proprio contro
il marmo.
Tutti concordano però nel dire
che il maligno non fu in grado di liberarsi: lo scontro era stato troppo forte
e dovette rassegnarsi a quella scomoda posizione per un giorno intero, fino a
quando decise di sbriciolarsi in zolfo e tornare all’inferno, proprio
attraverso quei fori: questo spiegherebbe perché qualcuno dice che ad
avvicinarcisi si sente l’odore dello zolfo e il rumore dello Stige, il fiume
infernale.

Io mi limito a riportare le
dicerie ma onestamente non mi è parso di sentire tutto questo odore, in ogni
caso, se passate fate un tentativo e ditemi se è un problema mio oppure no!
Sempre stando alla tradizione la
notte prima di Pasqua, se siete nei pressi della colonna e alzate gli occhi al
cielo, con un po’ di fortuna (chiamiamola così) magari riuscite a scorgere il
carro di Lucifero che scorta le anime dei dannati tra le fiamme eterne. Forse
contribuisce alla suggestione il fatto che dove ora sorge la basilica prima
c’era un cimitero? Dove tra l’altro sono stati ritrovati i resti di San Gervaso
e San Protaso, che per volere di Ambrogio, allora soltanto vescovo, furono
trasportati all’interno del luogo di culto.
Chi può dirlo, quello che è certo
è che questa colonna veniva utilizzata per l’incoronazione degli imperatori
germanici, che prima di ricevere la corona di ferro dovevano necessariamente
convertirsi e abbracciarla, proprio come si abbraccia una nuova fede.
I resti di San Gervaso e San
Protaso sono tutt’oggi nella cripta, insieme a quelli di Sant’Ambrogio che li
aveva voluti lì.

All’interno della chiesa, poi,
c’è anche un’altra colonna, conosciuta come “colonna del serpente”: il serpente
è Necustan, il serpente di Mosé, che secondo la tradizione ha il potere di
guarire dai malanni.
La speranza è che Necustan
rimanga al suo posto ancora per un po’, perché pare che il giorno che scenderà
a terra arriverà la fine del mondo: che dite, sarà forse il caso di andare a
dare una controllatina ogni tanto? Il soggetto sembrerebbe piuttosto statico, ma insomma, non si sa mai.
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