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Tre luoghi imperdibili da visitare a Rimini

Il bello di abitare in una città come Rimini è che quando è brutto tempo e non si può andare al mare, si possono fare molte cose interessanti. Al contrario delle città limitrofe, Rimini ha una grande e ricca storia e camminando per il suo centro è possibile scoprirla a poco a poco. Tutti i riminesi conoscono le zone principali della città e ovviamente anche chi ha solo sentito parlare di Rimini, sa bene che qui esiste l'Arco di Augusto e il Ponte di Tiberio. Ma in città ci sono tanti altri luoghi, forse non conosciuti a tutti, che vale la pena di visitare.

Piazza Tre Martiri
Il nome di questa piazza è tristemente legato al fatto avvenuto nel 1944, quando proprio qui vennero impiccati tre partigiani e a loro venne intitolata solo due anni dopo la piazza. Piazza Tre Martiri non è sempre stata legata a questo avvenimento e prima del 1944 la piazza era intitolata a Giulio Cesare.
Alea iacta est è la frase che abbiamo studiato a scuola e che Giulio Cesare pronunciò quandò attraversò il fiume Rubicone a capo del suo esercito, violando così la legge che proibiva l'ingresso armato dentro i confini dell'Italia. Ma cosa c'entra questa frase con Rimini? In questa piazza si trova ancora il cippo cinquecentesco sul quale, secondo la tradizione, Giulio Cesare tenne il discorso ai soldati dopo aver varcato il fiume Rubicone e dove pronunciò la fatidica frase Il dado è tratto. . A ricordo di questo avvenimento si trova oggi all'angolo della piazza una statua in bronzo, donata tra l'altro nel 1933 da Mussolini alla città.

Fontana della Pigna
Alla fontana ci siamo dati appuntamento il sabato sera, abbiamo bevuto la sua acqua nelle giornate più afose e abbiamo visto i ragazzi arrampicarsi durante le manifestazioni in piazza, ma qual è la storia di questa fontana? Anche in questo caso la sua storia inizia in epoca romana quando era alimentata attraverso un condotto da una pozza distante circa 900 metri. Come per il porto di Cesenatico anche la fontana della pigna è stata visitata da Leonardo da Vinci nel 1502. A testimonianza di questo avvenimento si è trovato un appunto sul suo taccuino: “Fassi un’armonia con le diverse cadute d’acqua, come vedesti alla fonte di Rimini, come vedesti addì 8 d'agosto 1502”.

Duomo
La cosa più bella di quando vengono a trovarci gli amici provenienti da una città diversa, è quella di riuscire a fare un po' da ciceroni e raccontare anche le curiosità e le stranezze storiche della nostra cittadina. Una curiosità che ho sempre trovato interessante e che affascina sempre i miei visitatori è collegata al Duomo di Rimini. Che all'interno del Duomo si trovi un crocifisso di Giotto del 1300 è noto a tutti, ma come spiegare la parte superiore del Tempo Malatestiano che dall'esterno appare... a metà? Effettivamente è proprio così. Il Tempio Malatestiano prima di diventare un progetto a tutti gli effetti di Leon Battista Alberti, a metà del 1400 circa, era tra il '200 e il '300 una semplice chiesa francescana, il cui stile si può notare sulla punta dell'edificio, proprio nella parte in mattoni rossastri. Il progetto di Leon Battista Alberti, ambizioso nel suo genere, unito alle sfortune in campo economico e militare della famiglia Malatesta che commissionò il lavoro, non videro mai la fine e la parte più alta del Duomo non venne mai terminata.

Biblioteca Gambalunga
La bellissima Biblioteca Gambalunga che si trova a Rimini nell'omonima via, offre ai suoi visitatori un chiostro in pietra d'Istria molto interessante e sale di libri anche molto antichi lasciati in eredità da Alessandro Gambalunga nel 1600. Quello che trovo di più curioso qui è la porticina murata che si trova all'estremità sinistra del palazzo su via Gambalunga, ad angolo con via Tempio Malatestiano. Una porta murata in questa posizione è molto curiosa, anche se la sua storia potrebbe rivelarsi piuttosto banale. Questo edificio e la sua biblioteca che Alessandro Gambalunga lasciò al Comune di Rimini alla sua morte, si trovava nella via dove sorgevano le case della nobiltà riminese. Il piano nobile, dove quindi viveva la famiglia e dove oggi si trova la biblioteca, era il luogo di incontro di eruditi e letterati. Alla morte di Alessandro Gambalunga la biblioteca venne trasferita al piano terra e venne aperta una seconda porta, quella oggi murata appunto, che nel frattempo era stata aperta a tutti i cittadini. La biblioteca rimase al piano terreno fino agli anni '70 e poi venne trasferita al primo piano e la porticina venne murata.
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