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Il carnevale di Venezia: le origini e le curiosità

DI: Elisa Blog di Viaggi |12 gen 2015
Il carnevale di Venezia: le origini e le curiosità

Il Carnevale di Venezia come lo conosciamo oggi è solo frutto della fantasia dell’uomo e della sua necessità di rendere tutto ciò che può un business e, in un secondo momento, anche una vera e propria espressione artistica. Il Carnevale al tempo della Serenissima non era così.

Persino il concetto del mascherarsi era diverso; oggigiorno ci si maschera per distinguersi, per vedere chi riesce a creare o indossare il costume più originale e più diverso dalla normale concezione di travestimento. La florida Venezia di un tempo, invece, aveva istituito il carnevale sì come momento di festa, ma soprattutto come periodo nel quale si andava ad appianare le differenze tra le diverse caste sociali e le maschere erano fondamentalmente due: la bianca Baùta, e in un secondo momento, anche la Moreta (una maschera nera nata in Francia, indicata per i lineamenti femminili, che prese piede presto anche a Venezia).

Carnevale

Venezia in quel periodo si colorava di bianco. Ognuno indossava la maschera, fosse esso povero, schiavo, nobile o del ceto medio non faceva differenza; tutti avevano la possibilità di vivere fuori dagli schemi sociali per un po’, respirare a pieni polmoni quella sensazione di libertà, anche di pensiero, che ha sempre caratterizzato Venezia nei secoli.

Piazza San Marco diventava la sala da ballo più grande del mondo, ricca di spettacoli e di musica, e di gente che vi ci si riversava con l’unico intento di divertirsi senza il minimo pensiero. Ci si salutava con un “Buonasera signora maschera”, proprio per sottolineare la poca importanza che si dava al volto celato dalla bauta, che in quel momento poteva nascondere un esponente del consiglio dei Dieci, oppure un semplice membro della servitù.

C’è anche da dire che, ai tempi della Serenissima, il carnevale non durava così poco come ai nostri giorni, ma ben sei settimane, iniziando 26 dicembre e protraendosi fino al mercoledì delle ceneri; vero è anche che molti iniziavano i festeggiamenti già agli inizi di ottobre!

Venezia era conosciuta non solamente per le proprie abilità in mare e nel commercio, ma soprattutto per il suo libero pensiero, per la totale indipendenza dal clero e per le sue feste, i cui racconti facevano il giro d’Europa. Lo stesso Enrico III di Valois, prima di raggiungere Parigi dalla Polonia per l’incoronazione, decide di fare una “breve” deviazione per Venezia per godersi la frenesia e l’animo festaiolo veneziano, che poi il Doge riuscì pure a stabilire un accordo politico è un altro paio di maniche.

Carnevale oggi

Delusi? Eppure non dovreste, se solo ci pensiamo un attimo i nostri avi ci avevano visto lungo, anzi, oserei dire che ci vedevano anche meglio di noi. Il Carnevale veneziano così com’è nato è il simbolo dell’uguaglianza, la massima espressione del rispetto reciproco e della voglia di rompere gli schemi che ci vengono imposti dall’esterno. Non metto in dubbio che vedere vestiti meravigliosi girare per le calli sia un’esperienza unica, io stessa sogno da una vita di indossare un vestito d’epoca, ma il senso ora qual è? L’ennesimo motivo di vanità, la voglia di sembrare diversi per un giorno da quello che rappresentiamo ogni giorno? E se invece cominciassimo a percepirla come un’opportunità per sentirci semplicemente liberi di essere noi stessi senza dover guardare per forza alla nostra destra e giudicare il nostro vicino, non sarebbe meglio?

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