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Itinerario letterario nella Milano scapigliata e futurista

DI: Francesco Margstahler |2 feb 2015
Itinerario
letterario nella Milano scapigliata e futurista

Milano - el nost Milan - è spesso stata la culla di grandi e importanti movimenti artistici, sia letterari che pittorici, e ancora oggi ne possiamo trovare le tracce nel tessuto urbano della città: due esempi perfetti di questo sono la Scapigliatura e il Futurismo.

La Scapigliatura è il movimento bohémien che si sviluppò nella nostra città nella seconda metà dell'Ottocento: genio e sregolatezza, fiumi di assenzio e vita maledetta. Dal versante letterario vedeva tra le sue fila Cletto Arrighi, Iginio Ugo Tarchetti, Emilio Praga, i fratelli Boito e Carlo Dossi, nella pittura e nella scultura Tranquillo Cremona, Giuseppe Grandi, Mosè Bianchi e Daniele Ranzoni. Le loro opere sono un monumento all'innovazione, alla ricerca e alla libertà, e sono ancora oggi attualissime.

Gli Scapigliati sono legati indissolubilmente a Milano: nei loro romanzi possiamo spesso leggere dettagliate descrizioni della città al loro tempo (che chi vuole può provare a ricostruire e ritrovare nella città di oggi) e i loro dipinti spesso immortalano scorci di Milano nascosta nella scighera - la nebbia.

Marinetti

La città è stata anche il palcoscenico delle loro vite vissute al limite e il quartiere che ancora oggi è a loro legato è quello che si sviluppa tra corso Monforte e Porta Venezia, che alla fine dell'Ottocento era una specie di Montmartre milanese. In Borgo di Monforte avevano infatti lo studio molti pittori del movimento, e gli scrittori avevano casa: la zona, in un momento in cui Milano stava assumendo i connotati di un'industriosa città moderna, sembrava ancora aperta campagna, tante erano le aree verdi, e gli affitti erano bassi. Il loro ritrovo preferito era la famigerata Osteria del Polpetta, all'angolo con via Conservatorio, oppure l’Ortaglia di via Vivaio, il grande giardino di Palazzo Cicogna Mozzoni sul terreno dove oggi sorge l'Istituto dei Ciechi, dove gli artisti passavano le loro giornate parlando, dipingendo e scrivendo.

Casa Marinetti

Un altro luogo fondamentale per la Scapigliatura è il palazzo di via San Primo al 6, di cui ancora oggi possiamo ammirare parte della facciata: alla metà dell'Ottocento era lo studio dello scultore Pompeo Marchesi, e nel 1881, morto l'artista, fu preso in affitto per ospitare la prima mostra degli Scapigliati. L'Indisposizione di Belle Arti lì organizzata ricorda moltissimo le provocatorie mostre delle avanguardie più recenti: per stupire e scandalizzare, tra i quadri e le sculture più serie erano anche esposti pezzi come un sacco marcato SPQR pieno di cianfrusaglie che doveva rappresentare "Il sacco di Roma", una tela bianca incorniciata con la dicitura "quadro non incominciato per la morte dell'autore", il ritratto di una mezzo soprano che era solo la metà di una cantante, e così via. Inoltre la sala era tappezzata di massime ironiche come "E' rigorosamente vietato far dondolare l'edificio" o "I Visitatori dovranno depositare, in luogo a ciò destinato, la propria ombra, onde evitare soverchi affollamenti" e tutte le sere erano organizzati spettacoli di ombre cinesi.

Boccioni

Stupire e scandalizzare però era anche la cifra stilistica di un altro movimento che non ha bisogno di presentazioni, il Futurismo. A noi oggi piace andare alla ricerca dei luoghi più privati legati a questa avanguardia, come la casa di Filippo Tommaso Marinetti, in un grande appartamento al primo piano del palazzo in via Senato al 2, all’angolo con corso Venezia, dove tra l'altro aveva sede la redazione della sua prima rivista, Poesia, oppure ricordare luoghi significativi come il famoso Caffè del Centro nella ex via Carlo Alberto, ora via Mazzini, ritrovo preferito di tutti i futuristi.

A proposito di caffè e di Milano: come non ricordare lo splendido quadro di Umberto Boccioni "Rissa in galleria" (che oggi possiamo ammirare alla Pinacoteca di Brera), che ritrae una baruffa tra donne davanti al Campari in Galleria? E sempre rimanendo in tema locali, vi segnaliamo che oggi potete anche tuffarvi nell'atmosfera di quegli anni andando al ristorante futurista Lacerba (Via Orti 4 - 20122 Milano Tel. 02 545 5475) che ha degli arredi che vi faranno tornare a quei tempi, gustando al contempo una eccellente cucina di oggi.

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